domenica 1 agosto 2010

Storia del ragno e della zanzara

Lavoro in una stanzetta piena di spie luminose, monitor, microfoni, telefoni. L’aria ha il tipico odore delle trentotto sigarette già fumate.
Ho appena acceso la trentanovesima.
Sul tavolo di fronte a me un pacchetto di patatine aperto, una mela addentata,mezza bottiglia di acqua minerale con aggiunta di anidride carbonica, un posacenere svuotato e il quotidiano del giorno prima. Lo guardo, non ha più quel suo buon odore di notizia fresca ma non lo butto.
Ancora: un pacchetto di Camel con sopra poggiato l’accendino usa e getta da poco rubato al marocchino per sole 200 lire, una ricetrasmittente portatile, una penna che macchia e dei registri con la copertina di un bel colore cerde e azurro.
Sono le tre.
Non mi annoio.
La zanzara mi ha già punto quattro volte e continua a ronzarmi nell’ orecchio. Cerco di ucciderla ma riesco solo a rintronarmi il timpano e a esibirmi in performance verbali non molto signorili ( biastemie, santioni…per dirla come il Maestro Camilleri).
Lei, l’insetto malefico, è felice: è satolla del mio sangue, del sangue del mio collega e chissa di quante altre tipologie di sangue.
Voglio seguirla.
La vedo tornare a casa dopo un altro giretto in centro. Mentre stiracchia le alette e ripulisce il pungiglione il suo sguardo viene attirato da una meravigliosa luce azzurra.
“ Come è bella, come è è è è bella!" (Quando le zanzare sono felici balbettano. N.d.A.)
" Si..Sic..Siccur...Sicurrraaamente è quello il nostro paradiso”.
Si mette il pigiamino e si infila nel suo lettino costruito al calduccio dietro una ragnatela del termosifone ma, volgendo ancora lo sguardo verso l’alto ci ripensa:
“Perché dormire proprio adesso; non posso farmi sfuggire un’ occasione del genere”.
(Quando le zanzare sono immensamente felici non balbettano più . N.d.A).
Si riveste e si leva in volo.
Con il cuore gonfio di gioia libra il suo corpicino in alto, sempre più su verso la dolce luce.
Già comincia a sentire le sinfonie dei serafini e dei cherubini.
Sempre più vicina alla lampada attinica.
ZZCrrzz ZZZcrzzztz
Non puzza.
Sto lavorando in una stanzetta piena di spie luminose, monitor, microfoni, telefoni.
Ho voglia di fumare.
Un ragno si avvicina alla mia scarpa.
Pensa che questo possa essere un ottimo posto per costruire la sua ragnatela.

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